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20 ottobre 2020 - ore 08:43

Progetto Poster Art

Progetto Poster Art

Il 18 ottobre 2020 alle ore 10.00 nei pressi della fermata della metropolitana Jonio, si è concluso il laboratorio del progetto Poster Art organizzato dal Progetto HaIVoglia/Hiv_education della Parsec Cooperativa sociale che nasce con l'obiettivo di coinvolgere e rendere protagonisti della cultura della prevenzione i giovani.

Il Poster è stato  ideato e realizzato dalle ragazze del III municipio, frutto di un workshop tenuto da Mimmo Rubino in arte Rub Kandy noto urban artist nonchè  formatore in materia di creatività e comunicazione visiva.

La Poster Art è una pratica artistica che permette di riqualificare muri cittadini con poster temporanei contenenti messaggi sociali.

Nel laboratorio del progetto di prevenzione "HaIVoglia" ci siamo confrontate sui temi del diritto alla salute e della lotta allo stigma unendo due temi diversi ma che hanno delle analogie: HIV e Covid (come descritto nell’allegato).

Le ragazze hanno acquisito competenze creative, soft skills e scelto come focus dell'opera urbana il tema Covid 19, stimolando con l'informazione l'adozione di comportamenti attivi positivi per combattere la pandemia. 

Il tono della comunicazione è leggero e ironico.

 

APPROFONDIMENTI sul Progetto Poster Art

Il progetto Poster Art organizzato dal Progetto HaIVoglia / Hiv_education della Parsec Cooperativa sociale  nasce con l'obiettivo di coinvolgere e rendere protagonisti della cultura della prevenzione i giovani.

Il programma Hiv-Education, ha inizio nel 2013, nel corso di questi anni, si è posto l’obiettivo di rompere il silenzio sull’HIV per favorire il diffondersi, nel territorio di Roma e non solo, di una cultura della prevenzione, della cura di sé e dell’altro e di contrasto allo stigma. Il programma ha sviluppato un suo approccio multilivello, integrando attività territoriali, volte a incontrare le persone ed offrire strumenti di consapevolezza, e comunicazione sociale; si è investito molto sulla creazione di reti, sia per ampliare le opportunità di incontro con le persone, che per migliorare la nostra capacità di orientare ai servizi e ricevere feedback utili a dare risposte sempre più adeguate ai bisogni. Questo approccio ci ha consentito di raggiungere, volta a volta, gli obiettivi specifici che ci eravamo posti, aumentando il numero e la tipologia di destinatari raggiunti. Abbiamo sparso, per la Città di Roma e poi, anche, in altri centri del Lazio, i semi di un discorso aperto sull’HIV.

Il laboratorio, tramite il confronto con l'artista formatore Mimmo Rubino aka Rub Kandy, ha avuto lo scopo di formare le ragazze e i ragazzi mettendo in pratica un'opera di poster art, dalla progettazione alla realizzazione. 

Parallelamente alla tecnica sono stati trattati (sempre in un clima di lavoro pratico) elementi di immagine visiva, composizione, comunicazione. Proprio come in una agenzia creativa ai ragazzi è stato chiesto di declinare un tema, legato alla tematica del progetto, per trasformarlo in una vera e propria campagna di comunicazione sociale.

La scelta del tema  della produzione di un’opera d’arte ecologica sulle questioni HIV e COVID 19 nasce dall’esigenza di far riflettere su quanto, oggi come ieri, sia fondamentale garantire diritti ai più fragili e agli esclusi per poter così salvaguardare i diritti umani, sociali e la salute di tutti dalla convinzione e che gli sbagli commessi negli anni 80, inizio della diffusione dell'infezione da hiv, possano, oggi al tempo del coronavirus, essere da lezione per una risposta efficace alle comunità.

Per questo, il Programma delle Nazioni Unite sull' HIV/AIDS(UNAIDS) ha elaborato 7 consigli per non ricadere negli stessi errori e garantire i diritti alle persone colpite dal virus.

I sette consigli di UNAIDS :

●Coinvolgere le comunità colpite, fin dall’inizio, in TUTTE le misure di risposta al virus così da creare un clima di fiducia che ne assicuri l’efficacia e la sostenibilità evitando danni diretti o indiretti. Garantire la frequente condivisione di informazioni.

●Combattere tutte le forme di stigma e discriminazione, a partire da quelle basate su pregiudizi razziali, sui contatti sociali, sul tipo di professione svolta (ad esempio gli operatori sanitari) o quelle dirette verso i gruppi sociali più emarginati. Il rischio è creare verso di loro un impedimento per l’accesso alle cure.

●Assicurare alle persone più vulnerabili e più difficili da raggiungere un accesso gratuito, o almeno sostenibile, a cure, screening e test.

●Rimuovere le barriere che possano impedire alle persone di proteggere se stesse e le loro comunità: paura di perdere il lavoro, costi troppo alti delle cure, circolazione di fake news o disinformazione, mancanza di infrastrutture sanitarie e così via.

●Le restrizioni volte a proteggere la salute pubblica devono essere di durata limitata, proporzionate allo scopo, necessarie, basate sulle evidenze scientifiche e riesaminabili da una Corte. Introdurre eccezioni, se necessario, per i gruppi vulnerabili allo scopo di migliorare gli effetti delle restrizioni. I divieti obbligatori generici raramente sono necessari e efficaci. Le persone non dovrebbero essere criminalizzate per l’eventuale violazione delle restrizioni.

●Gli Stati devono lavorare supportandosi l’un l’altro per assicurare che nessun paese sia lasciato indietro, scambiando conoscenze, informazioni, risorse ed esperienze tecniche.

●Supportare e proteggere gli operatori sanitari. E’ importante essere gentili gli uni con gli altri e sostenere ogni sforzo volto a diffondere un clima di solidarietà e fiducia più che a moltiplicare le sanzioni.”

Il progetto ha garantito le norme della sicurezza e del distanziamento sociale in merito al COVID 19.

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LE NOSTRE AREE D'INTERVENTO

  • Dipendenze
  • Prostituzione e tratta
  • Prevenzione e giovani

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