Centro per le famiglie

Centro per le famiglie

IL PROGETTO È CONCLUSO

Il Centro per le Famiglie è un servizio che promuove le competenze genitoriali e più in generale il benessere delle famiglie. Può essere inoltre un utile aiuto a trovare strumenti adatti ad affrontare un momento di crisi o di disagio.

 

NOME DEL PROGETTO

Il Centro per le Famiglie è un servizio realizzato nell’ambito del progetto “Adolescenti tra nuovi benesseri e vecchi disagi”,  in ATI con l’Associazione La Tenda onlus, la Cooperativa Sociale Il Cammino e la Cooperativa Sociale Parsec.

Attualmente il servizio è reso nell’ambito del progetto “Pinco Pallo” in ATI con l’Associazione La Tenda onlus, la Cooperativa Sociale Il Cammino, la Cooperativa Sociale Nuova Sair, la Cooperativa Sociale Pandora e la Cooperativa Sociale Parsec.

 

MODALITÀ DI FINANZIAMENTO

Il progetto è inserito nel P.R.S. del IV Municipio  (ex V) e finanziato attraverso i Fondi della legge 328/00.

 

TERRITORIO DI INTERVENTO

E’ un Centro per le Famiglie residenti ed afferenti al territorio del IV Municipio. La sede si trova in Piazza Sante Bargellini 13.

 

BREVE STORIA 

Dal 2001 il Centro per le Famiglie, del progetto “Adolescenti tra nuovi benesseri e vecchi disagi”, ha avuto diverse trasformazioni al suo interno, frutto del contatto osmotico con il territorio. 

Si tratta di centinaia di contatti avuti sul campo, con famiglie, istituzioni, associazioni, che hanno generato a loro volta altri contatti e che hanno reso il Centro un punto di riferimento sul territorio. Questo spazio si è sempre più definito nel tempo, come un servizio di consulenza, supporto psicologico e orientamento alle famiglie. Con l’aumento delle richieste da parte dei servizi territoriali di seguire sempre più famiglie, il Centro si è trovato a rispondere maggiormente a situazioni di rischio e disagio familiare. Si è partiti da un lavoro di mappatura e di prevenzione volto al benessere delle famiglie, per arrivare oggi ad un servizio che sempre di più si deve occupare dei bisogni emergenti di un territorio molto vasto e complesso, dove il disagio e il malessere sono in forte aumento, e dove c’è bisogno di interventi rivolti a nuclei familiari multiproblematici.

 

OBIETTIVI

Il Centro offre interventi di consulenza e terapia alle famiglie che abbiano al loro interno almeno un bambino, adolescente o giovane. 

In base alla lettura del disagio portato dalle famiglie, il Centro risulta essere uno spazio di ascolto e sostegno particolarmente fruibile dal territorio. Ciò è possibile in quanto non si accolgono solo domande selezionate dai servizi, ma anche domande provenienti dal territorio attraverso il passaparola, o spontanee mediante la visibilità su strada del Centro.

Il lavoro con la famiglia è rivolto a tutti i suoi componenti ed include anche la partecipazione delle famiglie di origine. Oltre a promuovere le competenze genitoriali e il benessere delle famiglie, gli operatori devono intervenire in situazioni di disagio, e aiutare così le famiglie a trovare strumenti adatti per affrontare situazioni di crisi e conflitti.

Il servizio accoglie nuclei familiari, famiglie mono-parentali, famiglie ricostituite e famiglie immigrate o miste, coppie in fase di separazione e coppie omosessuali. 

Si può dire che il Centro svolge una funzione di “base sicura” per le famiglie, nell’affrontare un percorso di “convalescenza” o comunque di crescita non sempre facile. 

 

METODOLOGIA DI INTERVENTO

Diventa peculiare per il nostro lavoro l’analisi delle aspettative che hanno gli utenti. In particolare è importante evidenziare la differenza tra domande provenienti dal Servizio Sociale, dal TSRME, dal DSM, dalla Scuola, dal Privato Sociale o da domande spontanee.

La tipologia varia da una richiesta “di trasformazione della propria testa” o “di mutamento del sé” o più spesso “di mutamento di un’altra persona”; si tratta di domande connotate da un’assenza di presa in carico del problema portato e di forte delega. 

La nostra metodologia si basa sulla costruzione di una domanda in cui gli obiettivi e le modalità di lavoro siano condivisi; operativamente spieghiamo innanzitutto il contesto in cui ci troviamo; l’attenzione è prevalentemente rivolta alla persona e alla relazione che ci propone.

Le linee guida sono: da chi proviene l’invio; perché proprio ora; la costruzione del contratto terapeutico con la definizione degli obiettivi; se è possibile leggere il problema da un'altra prospettiva; a che punto siamo.

Esperienza utile per il Centro sono le visite domiciliari, questa metodologia è funzionale nel rendere maggiormente accessibile all’operatore  l’esperienza della famiglia e a ridurre la distanza percepita dalla famiglia nei confronti del Servizio. Le visite domiciliari favoriscono la conoscenza del contesto di vita familiare nella fase iniziale della presa in carico, e sono strumento di monitoraggio del percorso in itinere e nella fase di congedo. 

La necessità di affrontare in modo globale una realtà complessa trova una cornice teorica nel modello sistemico relazionale.

Il modello sistemico-relazionale si basa appunto sull’assunto che tutto quello che accade non è mai svincolato dal contesto in cui si trova. La capacità di osservare il contesto facilita una strategia creativa, dinamica e aperta all’evoluzione continua. Ciò è di notevole importanza sia nel contesto del Centro Famiglie, sia nel territorio in cui andiamo ad operare. Oggetto dell’osservazione non è la persona come entità isolata ma un sistema che prende forma attraverso le relazioni che intrattiene con gli altri, e soprattutto con gli altri significati del sovra-sistema cui principalmente appartiene, nel nostro caso, la famiglia.

L’uso delle strategie sistemiche è utile nel lavoro con le famiglie, per mettere dei confini chiari tra i vari sottosistemi, imparare a metacomunicare sulle regole comunicative non dette che governano le azioni del gruppo. È utile a lavorare sulle aspettative e contestare descrizioni negative, ingabbiate entro certi ruoli e codici stereotipati, e creare le condizioni per un approccio alla relazione, capace di spezzare antichi cliché, attraverso la trasmissione di aspettative positive che favoriscano un ritorno alla fiducia nelle persone. 

 

RETE E TERRITORIO

Operativamente l’attività del Centro rivolto alla famiglia è stata inserita all’interno di un lavoro di rete sia orizzontale (inerente i programmi paralleli e/o proposte in corso), che verticale (inerente alle precedenti esperienze ed altri servizi consultati) in quanto valido strumento per contrastare il destino di cronicizzazione degli utenti che si trovano a fare un percorso di “pellegrinaggio” tra i servizi del territorio e ripetuti “drop-out” (interruzioni).

Questa parte del lavoro è comunque presente per tutto il tempo in cui la famiglia è in carico al Servizio. Quindi da una parte si analizza la storia “clinica” dalla famiglia, dall’altra ci si focalizza sulle risorse del territorio e sulle risorse personali. Questo metodo nasce fondamentalmente da una prospettiva incentrata sull’empowerment e non sulla focalizzazione del disagio della persona. 

Fondamentali sono gli incontri con il GIL allargato (gruppo integrato di lavoro), dove sono presenti tutte le realtà del territorio, e il GIL famiglie, dove sono presenti le realtà del privato sociale che si occupano di famiglie e dove si progetta una linea di intervento in sinergia con i servizi pubblici (ASL RMB - Servizio Sociale-USSM)

 

STRUMENTI E ATTIVITÀ

Il colloquio rimane il nostro strumento privilegiato, il riscontro nella relazione è la verifica che cerchiamo.

Le dimensioni dei problemi che vengono osservati riguardano la “ridefinizione dei confini dentro la famiglia”, “le competenze genitoriali”, “la distribuzione del potere”, “conflittualità coniugali o negazioni di queste”, “problemi di comunicazione”.

Viene ricostruita la storia familiare, utile a spiegare il presente, e ci si sofferma sul momento di ciclo vitale che sta vivendo la famiglia. Il ciclo vitale è fondamentale per ridescrivere i problemi all’interno di una cornice definita.

Oltre all’importanza del colloquio clinico, vengono utilizzati giochi interattivi, role playing e visite domiciliari.

Per quanto riguarda l’attività preventiva, gli operatori del Centro Famiglie tengono degli incontri con le scuole rivolti a studenti, insegnanti e genitori, utilizzando come stimolo la visione di un film. Il dibattito e la discussione servono per far emergere i problemi ed il confronto può essere utile per normalizzare una situazione, o eventualmente per fare un invio al Centro. Da questi incontri possono nascere anche dei gruppi di ragazzi o di genitori, che fanno poi un percorso con un operatore del Servizio.

 

CONTATTI E PROCEDURE PER L’ACCESSO

Il primo contatto è un momento fondamentale, è il momento istituente la relazione tra chi porta la domanda e lo Psicologo del Centro. E’ sicuramente la parte più importante del lavoro ed è quella a cui si dà più attenzione e tempo. Il contatto può avvenire sia per telefono, sia per caso, per esempio chi entra incuriosito dalla targa fuori dalla porta, sia per invio da altre strutture (Istituzionali o associazioni ) o per passaparola.

Si può contattare il centro famiglie rivolgendosi:

  • Centro per le Famiglie piazza Sante Bargellini 13, tel.06 41735318, coordinatrice Dott.ssa Daniela Recchia tel. 348 3032070 
  • GIL del  via Tiburtina 1163, assistente sociale Luigina Vaccaro,tel. 06 4102780
  • Servizio Sociale via Tiburtina 1163, tel 06 69605603
  • TSRMEE di via di Pietralata tel 0641730041
  • e-mail: cf_quintomunicipio@yahoo.it

L’EQUIPE

L’equipe è formata da:

  • un responsabile che ha in compito di presiedere le riunioni ed avere rapporti istituzionali;
  • un coordinatore, che raccoglie tutte le richieste che arrivano dai servizi e insieme al gruppo di lavoro elabora una prima ipotesi di progetto di intervento;
  • tre psicoterapeuti che prendono in carico le famiglie;
  • il supervisore che una volta al mese aiuta l’equipe nel lavoro.

Gli psicologi e gli psicoterapeuti hanno tutti esperienza specifica nel campo dell’infanzia, dell’adolescenza, delle relazioni familiari e della coppia.

VALUTAZIONE

Viene definito un contratto terapeutico che include un tempo per una verifica (sei mesi), la frequenza degli incontri e gli obiettivi che si vogliono raggiungere.

In equipe vengono confrontate le ipotesi e insieme viene valutato come il percorso viene portato avanti.

Come strumento di monitoraggio si utilizzano le schede progress, le riunioni in equipe e le supervisioni, si raccolgono i feedback portati dalla famiglia, e viene fatto un costante follow-up telefonico di tutti i casi passati nel centro.

Secondo un calendario mensile vengono discussi i casi con i referenti del Municipio e della Asl RMB dove vengono definite le linee generali d’intervento. In questa sede vengono individuate le figure da coinvolgere e le rispettive funzioni; inoltre negli incontri di micro equipe con gli operatori referenti Istituzionali dei casi viene monitorato il processo terapeutico.

LE NOSTRE AREE D'INTERVENTO

  • Dipendenze
  • Prostituzione e tratta
  • Prevenzione e giovani

Sistema di Gestione della Qualità UNI EN ISO 9001:2008

Sistema di Gestione della Qualità UNI EN ISO 9001:2015