Mediazione Sociale Esquilino

Mediazione Sociale Esquilino

IL PROGETTO È CONCLUSO Il progetto di Mediazione Sociale Esquilino opera all’interno del Rione Esquilino dal 2005 e si rivolge alle comunità territoriali stimolando la loro attivazione in percorsi di cittadinanza responsabile.

Gli interventi mediativi avviati all’interno del progetto intendono promuovere una cultura dell’incontro, della socialità e della legalità tra cittadini, favorendo la rimessa in comunicazione tra le istituzioni, le scuole, i cittadini di diverse culture, i commercianti e le associazioni di tutto il Rione, ma anche sostenendo azioni di cura e di riqualificazione degli spazi pubblici per rendere la città più pulita, bella, accogliente e sicura, così da aumentare la sensazione di benessere e la percezione di sicurezza urbana.

In tal modo si riesce a rigenerare i legami sociali, valorizzando i luoghi e le relazioni e consolidando  il senso di appartenenza al territorio proprio grazie alla trasformazione dei conflitti in opportunità utili a rafforzare le risorse che ogni territorio possiede.

APPROFONDISCI

NOME DEL PROGETTO

Progetto Mediazione Sociale Esquilino

Attualmente agisce sotto la denominazione “Esquilino Si/Cura”

DESTINATARI

Cittadini e cittadine del Rione Esquilino

MODALITA DI FINANZIAMENTO

A partire dal suo avvio nel 2005, l’intervento ha avuto diverse fonti di finanziamento: 

Ente finanziatore: Comune di Roma, Dipartimento Sicurezza. Ente promotore: Comune di Roma, Dipartimento Sicurezza.

Ente finanziatore: Regione Lazio. Ente promotore: Municipio Roma Centro Storico

Riferimenti di Legge: L.R. 5 Luglio 2001, n. 15: “ Promozione di interventi volti a favorire un sistema integrato di sicurezza nell’ambito del territorio regionale”.

Ente finanziatore: Regione Lazio, Avviso pubblico “Fraternità”. Ente promotore: Municipio Roma Centro Storico

TERRITORIO DI INTERVENTO

Municipio Roma Centro Storico- Rione Esquilino.

BREVE STORIA 

L’esperienza romana di Mediazione Sociale è nata nel luglio del 1999, promossa dall’Ufficio Roma Sicura del Comune di Roma. L’attuazione del progetto fu affidata ad una Associazione Temporanea di Impresa composta da tre Cooperative Sociali (Parsec, Magliana 80, Eureka 1°). Il progetto fu inizialmente finanziato dall’Assessorato alle Politiche Sociali, ed i territori in cui venne dapprima implementato furono Largo Sperlonga (XX Municipio), Ponte di Nona (VIII), Quartaccio (XIX). Circa un anno più tardi, nel marzo del 2001, fu promosso un secondo progetto di Mediazione Sociale, nei territori di Pietralata (V), Bastogi (XVIII) e Tor Fiscale (IX) . Nel maggio del 2001 il progetto passò sotto il nuovo Assessorato alla Sicurezza, sotto la direzione del Dipartimento XVIII – Sicurezza, ed ebbe come interlocutore anche l’allora nascente Commissione Consiliare sulla Sicurezza.

La supervisione e la formazione dell’équipe del progetto ha visto il coinvolgimento di figure di rilevo in ambito professionale, accademico, nazionale ed internazionale. Lo sviluppo del progetto nei singoli quartieri è stato coordinato da équipe multiprofessionali, composte da psicologi, sociologi, antropologi, educatori professionali e di comunità, esperti in forme di mediazione, in ambito sociale, interculturale, familiare e scolastico. Pur nel rispetto della storia individuale di ciascun quartiere, i mediatori hanno riscontrato in essi alcuni elementi comuni, tra cui la presenza di conflitti legati all’assegnazione o all’occupazione delle abitazioni, al difficile rapporto tra cittadini appartenenti a diverse culture, al degrado di spazi comuni quali piazze e giardini pubblici, a episodi di prevaricazione e bullismo nelle scuole e nelle altre agenzie educative, allo spaccio e al consumo di sostanze stupefacenti, a forme diffuse di illegalità. 

In questi quartieri è stata generalmente riscontrata una scarsa coesione sociale, e una comunicazione spesso assente tra gli attori sociali e istituzionali presenti sul territorio. Gli abitanti appartengono per lo più a ceti medio bassi e spesso disagiati, la cui condizione è spesso aggravata dal problema della disoccupazione. Sono territori che comunque presentano accanto a problemi irrisolti, risorse inaspettate in termini di potenziale attivazione dei soggetti e delle competenze esistenti, spesso non valorizzate. In tali contesti si è cercato di conoscere le comunità al di là degli stereotipi di disagio sociale che li connotavano, al fine di esplorare invece le potenzialità latenti, le capacità di trovare comunque soluzioni e risorse proprie.

Negli ultimi anni (dal 2008) la portata dei progetti di mediazione sociale su Roma è stata fortemente ridimensionata, con un progressivo disinvestimento economico che ha letteralmente cancellato gli interventi storici nei territori. Mediazione Sociale Esquilino (Municipio Roma Centro Storico), insieme al progetto Piazzando (V Municipio) sono gli unici progetti rimasti a testimoniare questa progettualità più che decennale.

OBIETTIVI 

Il progetto Mediazione Sociale Esquilino partendo dalla mappatura e dall’analisi dei conflitti presenti sui territori, si orienta verso l’empowerment di comunità favorendo la progressiva responsabilizzazione delle comunità locali nella gestione condivisa degli aspetti legati al vivere quotidiano,  curando con i cittadini la promozione di una cultura del dialogo sociale attraverso la costruzione di percorsi in cui gli stessi partecipano al processo di mediazione dei conflitti. Il progetto nelle sue diverse azioni tende al soddisfacimento delle esigenze comuni attraverso prassi orientate essenzialmente a evidenziare le potenzialità insite nel dialogo, nel rispetto reciproco, nella rimessa in comunicazione tra cittadini e tra questi e le istituzioni, in sintesi nella partecipazione attiva alla ricerca di soluzioni condivise rispetto alle criticità e ai problemi evidenziati dagli stessi cittadini. In tal modo vengono poste in essere le condizioni fondamentali che permettono di lavorare sul senso di insicurezza (reale e percepito) sempre più presente tra i cittadini. 

Il rafforzamento dei legami sociali, il senso di appartenenza ai luoghi e agli spazi urbani, il riconoscimento e consapevolezza di un diverso modo di leggere e abitare i conflitti, divengono fattori protettivi da evidenziare e valorizzare e forme di deterrenza di fenomeni sempre più diffusi come la paura e l’ansia sociale. In questo modo la mediazione sociale a Roma lavora in un’ottica di sicurezza urbana partecipata e integrata. Opera con l’obiettivo generale di avviare con i cittadini processi che favoriscano una cultura mediativa per “una città (che) si-cura”. l’orientamento che sottende tale proposta è quello di porre al centro non tanto il “problema della sicurezza”, quanto piuttosto la “sicurezza urbana come risorsa da costruire insieme”.

METODOLOGIA DI INTERVENTO

La metodologia adottata, si fonda su una concezione del conflitto interpretato come opportunità di cambiamento e di crescita per l’intera comunità locale, una dinamica potenzialmente virtuosa, piuttosto che una patologia sociale da curare. La comunità territoriale risulta essere così un campo (a volte permeato dal conflitto a volte dal dialogo), in cui occorre non ignorare mai differenze e processi di occultamento. Il senso di questa azione rimane all’interno della comunità e si nutre di dinamiche di partecipazione. In questo processo interattivo, il mediatore contamina la comunità sulla possibilità di trovare sempre migliori soluzioni funzionali alla gestione del conflitto, stimola le mediazioni necessarie e segue il processo di soluzione e i suoi effetti nel corpo sociale, interagendo coi soggetti nel progettare azioni e praticare soluzioni. In ogni territorio l’approccio alla gestione dei conflitti ha così stimolato la creazione di momenti stabili e informali di dibattito e confronto sulle problematiche evidenziate dai cittadini stessi, divenuti protagonisti di esperienze di progettazione partecipata e integrata del proprio territorio.

I mediatori operano con funzioni di facilitatori della comunicazione e di stimolo alla realizzazione di percorsi condivisi; la loro posizione è quella di internità/esternità rispetto alla stessa comunità territoriale, permettendogli di condividerne le prospettive, i linguaggi e la fiducia, ma anche di rimanere, nei casi di conflitto, “al di sopra delle parti”, e di individuare risorse e soluzioni precedentemente non considerate. Più che trasmettere la necessità teorica di una cultura nonviolenta nella gestione dei conflitti, si è operato in favore di esperienze concrete di gestione e trasformazione delle criticità attraverso azioni di partecipazione di rimessa in comunicazione. La mediazione sociale si è configurata così in un insieme di azioni che hanno contribuito alla costruzione (o ricostruzione) di scambi comunicativi, finalizzate inoltre alla comprensione e alla gestione delle ragioni e delle condizioni della compatibilità relazionale. Ha rappresentato molto più della semplice applicazione di una tecnica di trattamento dei conflitti, configurandosi come processo di produzione di socialità in grado di rigenerare legami tra le persone e di moltiplicare le possibilità di condividere e affrontare i problemi, rigenerando così il tessuto connettivo che lega il cittadino al territorio e al suo ambiente di vita.

STRUMENTI E ATTIVITÀ

Il Progetto Mediazione Sociale Esquilino sin dall’inizio ha lavorato in maniera contestuale alle specifiche caratteristiche e alle differenti problematiche e criticità presenti nei diversi territori. Tuttavia possiamo tracciare le linee generali che caratterizzano nell’insieme le azioni progettuali:

  • mappatura dei conflitti attraverso l’analisi dei bisogni e delle risorse di ciascun quartiere in un ottica di mediazione e di gestione creativa e non violenta dei conflitto;
  • facilitazione della comunicazione tra gli attori che sono presenti in ogni territorio (cittadini, istituzioni locali e centrali, associazioni, agenzie scolastiche ed educative, servizi pubblici, parrocchie, ecc.).
  • promozione e diffusione tra i cittadini, i servizi e le scuole (attraverso progetti di mediazione scolastica integrata) della cultura mediativa nella gestione dei conflitti e delle controversie, tanto a livello interindividuale quanto comunitario;
  • promozione di azioni di progettazione partecipata nella gestione delle criticità di ciascun quartiere, che coinvolgano e valorizzino le risorse presenti;
  • promozione di azioni di riqualificazione urbana partecipata dei luoghi giudicati insicuri dalla popolazione, attraverso il coinvolgimento degli attori e delle reti sociali coinvolte sul territorio.

RETE E TERRITORIO 

Il progetto Mediazione Sociale Esquilino negli anni ha stimolato, sostenuto e costruito una rete locale di associazioni, scuole, servizi, operatori commerciali e turistici e semplici cittadini che con diverse modalità e tempi aderiscono e partecipano alle diverse azioni progettuali sempre condivise con la ricca realtà associativa di cui è composto il Rione. Alla rete aderiscono associazioni bengalesi filippine, cinesi, indiane, africane, ecc.

CONTATTI E PROCEDURE PER L'ACCESSO 

Sede operativa: "Banco della Mediazione", Nuovo Mercato Esquilino, via Principe Amedeo 184, presso il box Direzionale Co.Ri.Me., ingresso 10 - di fronte al box 61 e 31.

Il banco è aperto al pubblico il martedì e il venerdì dalle 10.00 alle 13.00

Tel/Fax: 06 89689965/6 Cell. 389/1116214 

Email: info@mediazionesociale.org 

Sito  http://progettomediazionesociale.blogspot.it/

Profilo Facebook: “Progetto Mediazione Sociale” 

STRUTTURA ORGANIZZATIVA

L’equipe del progetto interviene secondo una modalità di lavoro condivisa ed integrata e si avvale delle competenze professionali di sociologi, psicologi, educatori professionali e mediatori culturali. 

È composta da un responsabile e 7 mediatori.

VALUTAZIONE

La valutazione viene fatta dal referente del Municipio Roma Centro Storico attraverso un sistema di monitoraggio quantitativo e qualitativo (relazione quadrimestrale, riunioni). Vengono inoltre effettuate verifiche periodiche interne di monitoraggio obiettivi attesi-raggiunti nelle riunioni di équipe.

LE NOSTRE AREE D'INTERVENTO

  • Dipendenze
  • Prostituzione e tratta
  • Prevenzione e giovani

Sistema di Gestione della Qualità UNI EN ISO 9001:2008

Sistema di Gestione della Qualità UNI EN ISO 9001:2015