Tra mediazione e comunità, costruire il welfare locale

IL PROGETTO È CONCLUSO Il Progetto “Tra mediazione e comunità, costruire il welfare locale” si pone in continuità con il lavoro svolto negli ultimi anni per conto del Municipio Roma IV  dai progetti Piazzando e Alma – Welfare Community.
Finanziato dal Municipio Roma IV, con i fondi della Legge 328/00, ha lo scopo di sperimentare, in alcuni quartieri del municipio, un modello locale di welfare di prossimità. Il Progetto mira - attraverso la promozione di relazioni basate su mutualità, reciprocità e relazioni collaborative, conviviali e solidali – a costruire una comunità territoriale competente, capace di riconoscere i propri bisogni e di mobilitare le risorse per soddisfarli.
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NOME DEL PROGETTO

Tra mediazione e comunità, costruire il welfare locale
DESTINATARI
Cittadini e cittadine del IV Municipio
MODALITÀ DI FINANZIAMENTO
Municipio Roma IV, con  fondi della Legge 328/00
TERRITORIO DI INTERVENTO
Alcuni quartieri del Municipio IV
BREVE STORIA
Il progetto, attivo dal 2001 sul territorio del IV Municipio fa parte dell’esperienza romana di Mediazione Sociale nata nel luglio del 1999 e  promossa dall’Ufficio Roma Sicura del Comune di Roma. L’attuazione del progetto fu affidata ad una Associazione Temporanea di Impresa composta da tre Cooperative Sociali (Parsec, Magliana 80, Eureka 1°). Il progetto fu inizialmente finanziato dall’Assessorato alle Politiche Sociali, ed i territori in cui venne dapprima implementato furono Largo Sperlonga (XX Municipio), Ponte di Nona (VIII), Quartaccio (XIX). Circa un anno più tardi, nel marzo del 2001, fu promosso un secondo progetto di Mediazione Sociale nei territori di Pietralata (V), Bastogi (XVIII) e Tor Fiscale (IX) . Nel maggio del 2001 il progetto passò sotto il nuovo Assessorato alla Sicurezza, sotto la direzione del Dipartimento XVIII – Sicurezza, ed ebbe come interlocutore anche l’allora nascente Commissione Consiliare sulla Sicurezza. La supervisione e la formazione dell’équipe del progetto ha visto il coinvolgimento di figure di rilevo in ambito professionale, accademico, nazionale ed internazionale. Lo sviluppo del progetto nei singoli quartieri è stato coordinato da équipe multiprofessionali, composte da psicologi, sociologi, antropologi, educatori professionali e di comunità, esperti in forme di mediazione, in ambito sociale, interculturale, familiare e scolastico. Pur nel rispetto della storia individuale di ciascun quartiere, i mediatori hanno riscontrato in essi alcuni elementi comuni, tra cui la presenza di conflitti legati all’assegnazione o all’occupazione delle abitazioni, al difficile rapporto tra cittadini appartenenti a diverse culture, al degrado di spazi comuni quali piazze e giardini pubblici, a episodi di prevaricazione e bullismo nelle scuole e nelle altre agenzie educative, allo spaccio e al consumo di sostanze stupefacenti, a forme diffuse di illegalità.
In questi quartieri è stata generalmente riscontrata una scarsa coesione sociale, e una comunicazione spesso assente tra gli attori sociali e istituzionali presenti sul territorio. Gli abitanti appartengono per lo più a ceti medio bassi e spesso disagiati, la cui condizione è spesso aggravata dal problema della disoccupazione. Sono territori che comunque presentano accanto a problemi irrisolti, risorse inaspettate in termini di potenziale attivazione dei soggetti e delle competenze esistenti, spesso non valorizzate. In tali contesti si è cercato di conoscere le comunità al di là degli stereotipi di disagio sociale che li connotavano, al fine di esplorare invece le potenzialità latenti, le capacità di trovare comunque soluzioni e risorse proprie.
Negli ultimi anni (dal 2008) la portata dei progetti di mediazione sociale su Roma è stata fortemente ridimensionata, con un progressivo disinvestimento economico che ha letteralmente cancellato gli interventi storici nei territori. Mediazione Sociale Esquilino (Municipio Roma Centro Storico), insieme al progetto Well-fare sono gli unici progetti rimasti a testimoniare questa progettualità più che decennale.
OBIETTIVI
Obiettivi generali:

  • Agire positivamente sulla qualità della vita, sulla partecipazione e sulla percezione della sicurezza della popolazione, aumentando la vivibilità del territorio e rafforzando il senso di comunità, la coesione e il dialogo sociale.
  • Favorire lo sviluppo del territorio incrementandone il capitale sociale e valorizzando le reti locali, le relazioni solidali di sostegno e di mutuo aiuto.
  • Stabilire nuove forme di partecipazione incrementando nel cittadino la percezione di prossimità delle istituzioni.
  • Sviluppare nel singolo e nella comunità la sicurezza di sé e l’autostima, facilitando la possibilità di nuove forme di comunicazione e creando opportunità di apprendimento dall’esperienza, riconsegnando alla persona dignità, benessere, speranza e creatività.

Obiettivi specifici:

  • Sostenere e rafforzare le reti locali, le sinergie e le collaborazioni tra i cittadini e le realtà territoriali come scuole, parrocchie, centri anziani e centri culturali.
  • Costruire momenti di confronto e comunicazione tra il territorio e le istituzioni locali integrando gli aspetti della partecipazione con la costruzione del welfare comunitario e il miglioramento dei livelli di sicurezza urbana e sociale.
  • Coinvolgere i cittadini nella programmazione e realizzazione di servizi di prossimità e di attività di animazione sociale e culturale.
  • Realizzare attività di animazione sociale e culturale per prevenire il disagio sociale, per creare inclusione e per sviluppare micro comunità di quartiere.
  • Favorire una partecipazione motivata e costruttiva di ogni singolo individuo, attraverso l’apprendimento e la pratica di nuove forme di comunicazione e di interazione, anche legate alle nuove tecnologie che valorizzino i singoli individui e la collettività.

METODOLOGIA DI INTERVENTO
La metodologia adottata, si fonda su una concezione del conflitto interpretato come opportunità di cambiamento e di crescita per l’intera comunità locale, una dinamica potenzialmente virtuosa, piuttosto che una patologia sociale da curare. La comunità territoriale risulta essere così un campo (a volte permeato dal conflitto a volte dal dialogo), in cui occorre non ignorare mai differenze e processi di occultamento. Il senso di questa azione rimane all’interno della comunità e si nutre di dinamiche di partecipazione. In questo processo interattivo, il mediatore contamina la comunità sulla possibilità di trovare sempre migliori soluzioni funzionali alla gestione del conflitto, stimola le mediazioni necessarie e segue il processo di soluzione e i suoi effetti nel corpo sociale, interagendo coi soggetti nel progettare azioni e praticare soluzioni. In ogni territorio l’approccio alla gestione dei conflitti ha così stimolato la creazione di momenti stabili e informali di dibattito e confronto sulle problematiche evidenziate dai cittadini stessi, divenuti protagonisti di esperienze di progettazione partecipata e integrata del proprio territorio.
I mediatori operano con funzioni di facilitatori della comunicazione e di stimolo alla realizzazione di percorsi condivisi; la loro posizione è quella di internità/esternità rispetto alla stessa comunità territoriale, permettendogli di condividerne le prospettive, i linguaggi e la fiducia, ma anche di rimanere, nei casi di conflitto, “al di sopra delle parti”, e di individuare risorse e soluzioni precedentemente non considerate. Più che trasmettere la necessità teorica di una cultura nonviolenta nella gestione dei conflitti, si è operato in favore di esperienze concrete di gestione e trasformazione delle criticità attraverso azioni di partecipazione di rimessa in comunicazione. La mediazione sociale si è configurata così in un insieme di azioni che hanno contribuito alla costruzione (o ricostruzione) di scambi comunicativi, finalizzate inoltre alla comprensione e alla gestione delle ragioni e delle condizioni della compatibilità relazionale. Ha rappresentato molto più della semplice applicazione di una tecnica di trattamento dei conflitti, configurandosi come processo di produzione di socialità in grado di rigenerare legami tra le persone e di moltiplicare le possibilità di condividere e affrontare i problemi, rigenerando così il tessuto connettivo che lega il cittadino al territorio e al suo ambiente di vita.
STRUMENTI E ATTIVITÀ
Mappatura
Ricerca azione
Attività di promozione di reti di cittadini, tavoli territoriali
Servizi a bassa soglia volti alla prevenzione del disagio, all'ascolto e all'aggregazione dei cittadini
Punti di ascolto all'interno delle sedi associative, dei centri sociali anziani e centri culturali, delle scuole
Attività di animazione sociale, culturale, di cura del territorio
Laboratori di educazione ambientale, di riciclo e costruzione di oggetti artigianali per l'arredo urbano
Giardinaggio di quartiere e orti urbani, arte di strada e decorazione dello spazio urbano
Laboratorio di auto rappresentazione
Laboratorio di scambio intergenerazionale
Laboratorio di Nuove Tecnologie per cittadini adulti e anziani
Laboratorio di Nuove Tecnologie con gli studenti
Spazio di ascolto per le donne
Attività di apprendimento a cura degli anziani
Web radio
RETE E TERRITORIO
Il progetto lavora in un’ottica di rete, coinvolgendo l'insieme delle realtà locali e delle risorse territoriali ed in particolare i Centri Sociali Anziani, i Centri Culturali, le scuole, l'associazionismo di quartiere.
CONTATTI E PROCEDURE PER L'ACCESSO
Indirizzo E-Mail: info@well-farecomunita.it
Redazione:press@well-farecomunita.it
Sito  www.well-farecomunita.it
Profilo Facebook: Well-fare comunità municipio roma IV
STRUTTURA ORGANIZZATIVA
Nel progetto lavorano diverse figure professionali (mediatori sociali, sociologi, assistenti sociali, psicologi, tecnici, ecc.) con esperienza e formazione specifica nel lavoro di comunità. Il Progetto prevede inoltre l’inserimento in Formazione-Lavoro di n. 2 soggetti, segnalati dal Servizio Sociale municipale, idonei a svolgere una attività di supporto operativo al Progetto.
VALUTAZIONE
Le attività di monitoraggio e valutazione del progetto sono implementate durante l’intero periodo di realizzazione dell’intervento e sviluppate secondo un approccio multimetodo quali/quantitativo.
Coinvolgono utenti ed operatori in momenti di restituzione riflessiva (anche fondati sulla documentazione scritta - note di campo - fotografica e video del processo di attività), tali da renderli compartecipi del monitoraggio del progetto e della rimessa a punto condivisa dell’intervento, amplificando così le possibilità di riconoscimento ed attribuzione di senso all’esperienza da parte di ciascuno e della comunità complessivamente intesa.

LE NOSTRE AREE D'INTERVENTO

  • Dipendenze
  • Prostituzione e tratta
  • Prevenzione e giovani

Sistema di Gestione della Qualità UNI EN ISO 9001:2008

Sistema di Gestione della Qualità UNI EN ISO 9001:2015